Arciconfraternita Natività di Maria SS. e San Carlo - Masone


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La storia

Non si conosce la data di fondazione, esiste una trascrizione della "tavoletta dei confratelli defunti", un quaderno nel quale sono annotati i decessi degli uomini iscritti al sodalizio dal 1547 al sec. XIX. Dalle Visite Pastorali del 1572 risulta che all'epoca l’Arciconfraternita, era funzionante ed organizzata, quindi senza dubbio la sua nascita è precedente, probabilmente sorta sulla scia delle confraternite genovesi, fondate a loro volta dopo il passaggio dei "Bianchi di Provenza", movimento confraternale giunto in Genova il 5 luglio 1399.
Prima sede dell’ Arciconfraternita fu un oratorio non bene identificato, essa passò poi nell’antica chiesa di S. Maria sotto il Castello, oggi trasformata in abitazione, la quale servì dapprima come parrocchia, e poi, fino al 1665, come Oratorio, data in cui ne fu costruito uno più grande e funzionale, quello che oggi è detto "Oratorio vecchio" o "Oratorio fuori porta".
Dopo il Concilio di Trento, fu adottata la
"Regola di S. Carlo", uno statuto generale che riformò le confraternite, scritto dallo stesso Santo, allora Arcivescovo di Milano; da allora l’Arciconfraternita verrà intitolata congiuntamente alla Natività di Maria SS. e a San Carlo Borromeo.
Nei secoli, fu particolarmente rilevante la partecipazione della popolazione alla vita dell’Arciconfraternita, se
oggi si contano circa 400 famiglie iscritte, ancora nel secolo scorso, tutto il paese era annoverato nei registri.
E’ infatti da notare come l’Arciconfraternita, in una realtà feudale di fatto terminata dopo la II guerra mondiale, rappresentasse da sempre l’unico organo democratico e l’unica potenza economica alla quale potessero partecipare attivamente i cittadini.
In Oratorio fu approvata la costruzione del primo acquedotto, l’Arciconfraternita contribuì a stipendiare il primo insegnate pubblico per la popolazione, costruì il primo ricovero per gli indigenti ed il Santuario di N.S. della Cappelletta che gestì per tre secoli.
Ingenti lasciti furono donati al pio sodalizio, preferito come erede alla Parrocchia, la quale fino al 1947 fu assoggettata al diritto di veto del marchese circa la nomina del parroco.
Nel 1811, come ogni altra confraternita del territorio della Repubblica di Genova, l’Arciconfraternita di Masone fu soppressa dal regime Napoleonico fino al 1814.
Nel 1814, complice il periodo di incertezza della Restaurazione e nel 1816 la caduta della Repubblica di Genova con l’annessione al Regno Sabaudo, l’Arciconfraternita perse ogni suo bene immobile ed il santuario della Cappelletta, i quali vennero assegnati dal nuovo governo alla Parrocchia di Masone, lasciando l’Arciconfraternita proprietaria del solo Oratorio.
Durante l’ultimo conflitto, le truppe naziste occuparono l’Oratorio fuori porta e lo sequestrarono adibendolo a dormitorio, l’Arciconfraternita riparò allora nell’antica Parrocchiale, eretta nel XVI sec., chiesa gentilizia della marchesa ed ormai surrogata nel 1927 dall’attuale Parrocchia di Cristo Re e N. S. Assunta.
Al termine della II guerra mondiale, reso inagibile l’Oratorio fuori porta, la vecchia parrocchia passò all’Arciconfraternita e divenne Oratorio, mentre l’antica sede fu adibita ad altri usi.

Dal 2000 l'Arciconfraternita Natività di Maria SS. e San Carlo di Masone, è iscritta alla Confederazione delle Confraternite delle diocesi d'Italia
.




Personalità


A questa Arciconfraternita furono iscritte le famiglie delle personalità elencate a seguire.
Don Nicolò Massolo (1600-1693), difensore dei masonesi contro lo sfruttamento feudale, benedisse il nuovo Oratorio, fece costruire la attuale chiesa dei SS.Nicolò ed Erasmo in Voltri e ne fu il primoArcicprete.
Servo di Dio Padre Luca Antonio Palazzo da Masone (1690-1765) frate predicatore dei Minori Osservanti, nato a Masone e Morto in Porto Maurizio in concetto di Santità.
Mons. Vittorio Macciò, Prelato domestico di S.S. Pio XI ,"Pre' Vittorio"(1852-1934), promotore della costruzione dell'attuale chiesa parrocchiale.
Prof. Carlo Pastorino, "Poeta"(1887-1956), autore di pagine sulla 1°guerra mondiale e sulla civiltà contadina di fine 800 inizio 900 ritenute fra le migliori dalla critica letteraria, nei suoi libri è nominata l’Arcionfraternita, fu sindaco il di Masone dopo la Liberazione.
Mons. Giustino Giulio Pastorino (1914-2005), Frate Cappuccino, fu Vescovo di Bengazi.

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